giovedì 5 agosto 2010

LA NOIA, QUESTA SCONOSCIUTA!

Cari ragazzi,
(del muretto, del bar Moonlight e del Centro scommesse Las Vegas) che bivaccate quotidianamente in questi posti tra fumo, birra e partitelle a biliardino, a Voi che mi fate tanta tristezza, voglio raccontare qualche cosa dei vent’anni di quelli della mia generazione riferendomi, in particolare, al periodo estivo, il periodo delle vacanze, in modo che possiate farvi venire qualche idea al posto di bighellonare nei bar e cercare di essere meno depressi.

Potrei intitolare questo articolo “La noia, questa sconosciuta!”

A 18 anni, oggi come allora, sai benissimo che senza macchina non puoi sopravvivere. Non pensi ad altro. La patente di guida è il primo pensiero per un diciottenne. Sai che d'ora in poi, almeno per una decina d'anni, quella sarà la tua "casa" in tutto e per tutto. Nel 1978 però non era proprio così facile come lo è, fortunatamente, oggi possedere un’automobile, anche di "terza mano". Comunque, bene o male, quasi tutti, siamo riusciti ad averne una. Nella foto la mia mitica FIAT 125 Special, il massimo per l'epoca! La portavo al lavaggio ogni sabato pomeriggio! Ricordo che montai uno stereo che valeva più dell'automobile. Indispensabile! Senza musica non si camminava.

Le sere d'estate si compravano le angurie e via per prati e campagne, oppure all’acqua sulfurea (zona di Isernia) parcheggiati sul piazzale con lo stereo dell’auto a tutto volume. Altro che discoteca all'aperto! Questo accadeva dal tardo pomeriggio fino a verso mezzanotte. Non c’era bisogno, come si fa adesso, di uscire all’una di notte. Per quell’ora eravamo quasi tutti a casa, soddisfatti e felici.

Il giorno successivo ci si organizzava o per il mare (solitamente Gaeta - Formia - Sperlonga) o per la piscina (solitamente Venafro, hotel Vittoria). Creme solari non ne abbiamo mai viste. Se dopo un paio di giorni non ti spellavi come un serpente non eri normale!

Avevano diversi punti di ritrovo. Uno di questi, ancora in esercizio, è il noto Pub isernino "Franz’s Pub", il primo, inaugurato da quelli della nostra generazione. Lì sono nate tante storie, tanti amori, tanti casini. Per chi l'ha vissuto negli anni '80, l'atmosfera, la musica, i profumi di quel posto, rimangono ricordi indelebili.

Molti pomeriggi si trascorrevano a registrare le audiocassette, in particolare per lo stereo dell’automobile. C’era la casseta “soft” per l’acchiappaggio (quando si usciva con le ragazze)
e la cassetta “disco” da ascoltare a tutto volume con gli amici. C’era anche la cassetta di nicchia, quella da ascoltare con pochi selezionatissimi amici, cultori della materia (si ascoltava Joe Jackson, Prefab Sprout, Style Council , tanto per citarne alcuni). E poi c’era la radio. La radio privata o “radio libera”, come si chiamava allora.

L’esperienza di fare radio è impareggiabile sotto diversi profili. Un vero centro culturale di aggregazione sociale. Un punto di riferimento, dove incontrarsi, programmare, discutere, costruire palinsesti, inventarsi programmi, dirette, feste, veglioni e quant’altro. La radio, inoltre, attirava le ragazze come il miele attira le mosche. Un vero paradiso. Certo non c’era tempo per annoiarsi o per stare seduti davanti ad un bar.

Siamo la generazione della disco-music, della febbre del sabato sera! Il fine settimana si andava in discoteca a Vasto marina (dopo aver fatto la colletta per la "benza"). Chi guidava sapeva benissimo che la bottiglia di birra non poteva guardarla nemmeno da lontano. Aveva la responsabilità di riaccompagnare tutti gli altri a casa. Non avevamo bisogno di spot televisivi per capire questo. Mai avuto incidenti.

La pallacanestro è stato il nostro sport preferito, seguito subito dopo dal body-building. In palestra ci massacravamo. Come terzo sport, alcuni di noi, si diedero all’aerobica, tipico sport femminile, ed il motivo era proprio questo. Agli allenamenti, gli ultimi in fondo eravamo noi, capito perché?

La nostra droga, quindi, è stata la musica e lo sport (ovviamente dopo l'interesse per il gentil sesso!) La musica, lo sport e le belle ragazze ci riempivano la vita. Non avevamo bisogno di nient’altro per essere felici. Problemi ne avevamo, è chiaro, di tutti i tipi, così come ne hanno i giovani d’oggi (magari un tantino diversi), ma a nessuno mai è venuto in mente di rifugiarsi oziosamente nelle droghe o nell’alcool. Troppo da vigliacchi.

Non so dire se essere della nostra generazione è meglio o peggio rispetto alle nuove generazioni, può anche darsi che i ragazzi di oggi siano più intelligenti e più scaltri rispetto a noi, anzi lo sono sicuramente, e magari leggendo queste righe si faranno anche qualche compassionevole risatina, ma una cosa è certa, noi siamo stati felici e questo basta.

2 commenti:

Unknown ha detto...

accipicchia!!! è un piacere leggere i tuoi post, la nostalgia per quei tempi è difficile da tenere a freno! sarà l'età ma mi commuovo a ripensare alla nostra gioventù e a tutte le situazioni che hanno fatto sì che diventassimo quello che siamo...
Antonella Caschera

TIZ ha detto...

mi fa piacere! Un abbraccio, con affetto! TIZ