sabato 7 agosto 2010

Figli delle stelle

Chiuhuahua non è solo il nome di un cane di piccola taglia, è anche il nome di uno dei primi locali isernini di metà anni ’70, un incrocio tra discoteca e dark-room. Un locale buio e umido dove quelli della mia generazione hanno iniziato a muovere i primi passi, è il caso di dire!

Le serate iniziavano sempre con un pezzo lunghissimo e bellissimo dei Pink Floyd “Shine On You Crazy Diamond” tanto per creare l’atmosfera. Era una specie di sigla, un rituale che si ripeteva puntualmente tutti i sabato sera, una sorta di aperitivo musicale di preparazione alla grande abbuffata di disco-music che seguiva. Un brano su tutti, tra i più ballati, “Gimme some” di Jimmy Bo Horne che si ballava anche in coppia, come degli indemoniati, dandosi dei colpetti col bacino.

Il locale si trovava nei pressi dell’ospedale, in Via S. Ippollito. Dopo un po’ di anni cambiò gestione e divenne “La porta rossa”, un mix tra discoteca, pub e pizzeria.

Il Chiuhuahua è stato la nostra palestra, il Kristal il campo da gioco.

Noi del ’60 abbiamo festeggiato il 18° anno di età nell’anno in cui veniva rapito e poi ucciso Aldo Moro insieme agli uomini della sua scorta. L’anno in cui il Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, fu costretto a dimettersi per uno scandalo di palazzo. L’anno in cui l’economia italiana non stava vivendo il periodo migliore. L’anno in cui morì Paolo VI. Insomma non c’era molto da festeggiare, infatti, qualcuno di noi ancora non si è ripreso del tutto. Fortunatamente però fu anche l’anno in cui venne eletto papa il grande Karol Woytila e Presidente della Repubblica l’indimenticabile Sandro Pertini, il Presidente partigiano!

Ma molti lo ricorderanno come l’anno della “febbre del sabato sera” o l’anno del “Travoltismo”. C’era voglia di dimenticare, voglia di divertirsi, voglia di ballare fino allo sfinimento … voglia di libertà!.

Quello fu anche l’anno in cui cominciammo a sentir parlare di marijuana, simbolo dello sballo. Se non provavi eri uno sfigato. Fortunatamente la maggior parte di noi diciottenni capì subito che quella strada non portava da nessuna da parte. Capimmo che nella vita era meglio avere altri interessi. Come quello per la musica e per lo sport. Passioni da coltivare e da condividere con altri “figli delle stelle” come noi.

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