lunedì 13 settembre 2010

Pisa mon amour

Di nuovo a Pisa. Continuo, con piacere, ad accompagnare mia figlia. Il primo anno è volato. Molto cose sono cambiate. Fortunatamente la tecnologia ci viene incontro e riesce a rendere tutto più semplice.

Anche le mie frequenti "partenze" vengono vissute in maniera diversa. Non più con la sensazione di lasciarsi dietro il proprio mondo, il proprio paese, i propri amici, ma con la percezione del "rientro a casa".
La consapevolezza di ritrovare un'altra casa, altrettanto confortevole ed accogliente, altri amici e ambienti, ormai familiari, in una cornice fatta di gente genuina, cordiale e ospitale rende tutto più gradevole.

Ritrovare la gente e i profumi del borgo è un appuntamento irrinunciabile. Adoro passeggiare, specialmente la mattina, tra Borgo largo e Borgo stretto, sostare in piazza delle Vettovaglie, osservare il via vai di gente intenta ad acquistare le squisitezze gastronomiche che offrono le tante pizzicherie del borgo che caratterizzano la nota piazzetta. Un posto ideale per i buongustai. Una tappa irrinunciabile per le migliaia di studenti che affollano la città. Una città a misura d’uomo, anzi a misura di studente. Lo stress non è contemplato nel vocabolario pisano. I giovani si spostano a piedi o in bicicletta. Il peggio che possa capitarti e che ti freghino la bicicletta, per il resto tutto scorre senza problemi, senza lo stress dei grandi centri, tutto è calmo, come l’Arno.
Ponte di Mezzo è un altro punto di sosta che amo moltissimo. Un posto caro anche all’esimio poeta Giacomo Leopardi che il 12 novembre 1827 scriveva “L’aspetto di Pisa mi piace assai più di quel di Firenze. Questo Lung’arno è uno spettacolo così ampio, così magnifico, così gaio, così ridente, che innamora. Non ho veduto niente di simile né a Firenze né a Milano né a Roma. E veramente non so se in tutta l’Europa si trovino molte vedute di questa sorta.”

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