Questa mi mancava! A 50 anni vivere l'esperienza, da incubo, di rimanere bloccato in autostrada per 20 ore, di notte, al gelo, sotto una nevicata da record non ha prezzo!. L'avventura è iniziata sulla A1 nel primo pomeriggio verso Arezzo (direzione Nord). Le informazioni della società Autostrade erano quelle di prestare attenzione perchè c'era pericolo di probabili nevicate, nient'altro. Nessun avviso di traffico bloccato. Nessuna uscita consigliata o obbligatoria.
E invece ...
Tra Arezzo e Valdarno il manto stradale inizia ad imbiancare, ma nessun problema. Con la Toyota RAV4 siamo a nostro agio e senza preoccupazioni. I problemi, invece, si presentano verso Valdarno quando troviamo tutto bloccato. Camion e automobili, senza gomme invernali, sono sparsi un pò dovunque. Interi articolati messi di traverso, auto appiccicate ai guard-rail, gente che cammina a piedi, bambini strepitanti e persone anziane in difficoltà. Un quadro già da subito, drammatico. Perfino Isoradio ha avuto un black-out, per cui niente notizie ufficiali. Per fortuna RTL 102.5 trasmette senza problemi ed ogni mezz'ora ci tiene informati sulla situazione. Intanto le ore passano e non succede nulla. La radio dice che si sono formati 38 km di coda e che la protezione civile si è messa in moto.
Sarà, ma da noi ancora non si vede un lampeggiante. Solo il buio della sera, i pianti di qualche bambino e le urla di genitori esasperati. Altra cosa che ci preoccupa è che la corsia d'emergenza è ormai impercorribile visto che è occupata dai mezzi che sono scivolati contro il guard-rail. Siamo fermi a poco più di un chilometro da una piccola area di sosta con annesso bar. Alcuni giovani camionisti riescono a spostare, a mano, qualche auto messa di traverso. Riesco ad infilarmi e a percorrere non più di 800 metri. Poi di nuovo ostacoli. Auto e camion di ogni tipo, perlopiù chiuse e abbandonate. Una scena surrale. La notte è scesa. Continua a nevicare. Nonostante la nevicata c'è gente che esce dall'auto e si mette a chiacchierare.
Intanto ora mi trovo a circa 200 metri dalla piccola area di sosta che, però, si trova sull'altra corsia, per cui bisogna saltare il muretto che divide le due carreggiate, così fanno tutti e il piccolo bar viene letteralmente preso d'assalto e svuotato di tutto. Almeno si è potuto andare in bagno (non tanto per noi maschietti quanto per le femminucce!). C'è un viavai di gente ora nel buio della notte. Si cerca di aiutarsi a vicenda. C'è chi ha bisogno di latte, chi di medicine, chi di altro. Tutti provano a dare una mano, ma non è possibile fare molto. A mezzanotte siamo ancora tutti lì, senza informazioni, senza assistenza e, qualcuno, quasi senza carburante. Un disastro. Le auto abbandonate aumentano, così come i grandi autoarticolati. Mi sembra di essere sul set di un film di fantascienza, una situazione allucinante.
Provo ad infilarmi tra un camion di traverso e una cunetta. Ci riesco. A passo d'uomo riesco ad arrivare quasi al casello di Incisa dove c'è un finimondo. I soliti camionisti ammucchiano letteralmente da un lato una serie di auto per creare un varco che possa far defluire le auto verso l'uscita del casello di Incisa. In questo modo si libera, in parte, anche l'autostrada. Bisogna iniziare a pensare ad un varco per i mezzi di soccorso. Stranamente, davanti a me, una BMW X3 non riesce a tenersi dritta e va a sbattere contro il guard-rail.. Sono costretti a spostarla a spinta. Ora tocca me fare la stessa manovra, fortunatamente la mia Toyoya si comporta diversamente e tutto fila liscio. Sono sulla piazzola di Incisa dove si sono 35 cm di neve e dove finalmente si vedono i primi carabinieri. Ne sanno meno noi, sono solo un pò più spaventati. E' la prima volta che hanno a che fare con evento di questa portata. Provo subito a chiedere dove sia l'hotel più vicino. Mi rispondono di non pensarci proprio. E' tutto strapieno, naturalmente!
Non rimane che riposare in auto. Ogni tanto riaccendo il motore in modo da riscaldare l'abitacolo della macchina. Inizio a mettere mano ai viveri che stavamo, fortunatamente, portando a mia figlia a Pisa. La situazione surreale mi ha messo appetito. Abbiamo un pò di tutto, in fondo poteva andare peggio!.
Sdraio i sedili, proviamo a riposare. (L'ultima volta che ho sdraiato i sedili avevo 28 anni!)
Siamo attrezzati e rifocillati per cui la notte passa in fretta.
Alle sette di mattino, oltre a cercare un bar nelle vicinaze per qualcosa di caldo per mia moglie, cerco informazioni.Vedo un capitano dei vigili. Mi avvicino e cerco informazioni. Sembra che la situaziuone non sia migliorata di molto, ma ci sono i mezzi spartineve e spargisale che stanno lavorando. Speriamo bene!
Mi avvio alla ricerca di un bar. Il primo è quello dell'hotel dove avrei voluto pernottare, ma non aveva più nulla e la macchinetta del caffè era guasta. Il secondo non aveva latte per il cappuccino e poteva fare solo caffè, il terzo era lontanissimo. Decido per i caffè. Fortunatamente in quel momento entra il ragazzo della pasticceria a consegnare i cornetti. Ne agguanto un vassoio. Pago e, prima di ritornare alla macchina, dò un'occhiata in giro. C'è gente disperata ovunque. C'è anche traccia della Protezione Civile, perchè nel bar dell'hotel c'erano meterassi e coperte ammucchiati dovunque a testimonianza della nottataccia che hanno trascorso molti automobilisti (quelli che avevano abbandonato le auto in autostrada) che hanno dormito lì a terra. Fa un freddo cane. Un freddo che ti spacca la faccia. Torno velocemente (si fa per dire) alla macchina. Mia moglie si lamenta che il caffè non è bollente! ... mi sfogo mangiando due cornetti!
Sono ormai le nove di mattina. In quel posto insolito e surreale c'è un mondo intero. Toscani, siciliani, molisani, romani, napoletani e anche qualche straniero. Qualcuno di loro inizia a perdere le staffe e ad inveire contro il personale della società autostrade che ancora non era in grado nè di riaprire il casello nè di dare informazioni precise.
Ci rivolgiamo agli uomini della polizia stradale che si mettono a disposizione. Dopo nemmeno 10 minuti il casello (direzione nord) è aperto. Forse l'incubo è finito.
Percorro i primi cento metri tra cumuli di neve, ma una volta imboccata l'autostrada mi rendo conto che spartineve e spargisale hanno fatto il loro lavoro. Mi rincuoro.
Finalmente riesco a rimettere anche le altre marce oltre alla prima e alla seconda.
Arrivo all'uscita Firenze-Scandicci in un lampo per imboccare la famosa Fi-Pi-Li (Firenze-Pisa-Livorno). Purtoppo la sfiga del giorno prima (che, a proposito, era di venerdì 17) ancora continua. La strada è totalmete innevata e c'è ghiaccio dappertutto. Si vede che qui non sono abituati a situazioni metereologiche di questo tipo. Bisognerà fargli fare uno stage di aggiornamento nel Molise.
Arriviamo finalmente a Pisa. Sono le 13:30 del giorno dopo. Solo 26 ore di viaggio.
In un istante, l'abbraccio e il sorriso di una figlia, ti fanno passare tutto, stress, stanchezza e rabbia. 26 ore, comunque, indimenticabili!
1 commento:
Beh! cosa dire...situazione tragica ed esilarante al tempo stesso,da affrontare come sempre facciamo noi Italiani, con il sorriso sulle labbra...ma proprio noi Italiani,abbiamo davvero il coraggio di farci chiamare Europei?????
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