giovedì 29 aprile 2010
Società informatizzata?
Vivere la “società informatizzata” e non saperlo è possibile?
Sembrerebbe di sì, visto il numero di persone che ancora pensa di poter fare a meno di un computer. Specialmente quando a pensarla così sono i giovani (una minima parte, fortunatamente!).
Parlare di “villaggio globale”, di “autostrade dell’informazione” e di “società informatizzata” in un contesto di questo tipo è come parlare di donne a casa di Aldo Busi.
E’ evidente che chi gioca un ruolo fondamentale in questo contesto è la scuola che sta subendo dei cambiamenti profondi.
Internet e le nuove tecnologie hanno cambiato modi, tempi e strumenti di insegnamento ed i principali attori di questo scenario sono i docenti che devono conoscere questi strumenti e le risorse che offrono per poterle trasmettere ai loro allievi. O questo lo comprendono o è meglio cambiare mestiere!
Collaboro con le scuole, come insegnante di informatica, da molti anni e mi rendo conto che grandi passi sono stati fatti ma c’è ancora molto da lavorare non solo verso i ragazzi ma, principalmente, verso i docenti.
Tutti i progetti avviato fino ad oggi dal Ministero della Pubblica Istruzione ad iniziare dal “Programma quadriennale di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche” (PSTD), fino al recente progetto per l’utilizzo della lavagna interattiva multimediale (LIM) sono sicuramente da premiare ma il fatto è che alla maggior parte di docenti, impegnati in questa fase di aggiornamento, mancano le basi. E’ come insegnare a guidare una ferrari a chi non è mai salito su una Fiat Panda.
Per non parlare poi delle condizioni dei laboratori di informatica che, in molte scuole, sono fermi all’epoca di “pappagone”.
Vogliamo parlare, poi, di sicurezza? Oggi con Internet è facilissimo “combinare guai”. Se non si sta attenti, come minimo, si rischia di perdere i propri dati, di compromettere la propria privacy e trovarsi con materiale pornografico in tutti computer per mancanza di software di controllo e di filtraggio.
Problemi di questo tipo, in molte scuole, sono totalmente ignorati!
Stavo quasi dimenticando di parlare di “digital divide” ovvero di “discriminazione tecnologica” con cui ci scontriamo da sempre vivendo in posti, diciamo, “geograficamente svantaggiati”.
Si perché pare che la tecnologia risenta molto del territorio ossia della posizione geografica. Se vivi in una grande città puoi vivere le innovazioni tecnologiche in maniera immediata ma se vivi in un posto come Frosolone (per esempio), prima che arrivi il cavo Telecom per l’ADSL, arriva la pensione! Quello che ci sta salvando (da circa un anno) è una linea hdsl wireless a 2 megabit con la quale bene o male riusciamo a lavorare.
Come al solito non rimane che la speranza.
La speranza porta il nome dei nostri ragazzi, dei nostri studenti, a cui, oltre ad insegnare l’utilizzo del computer, bisogna parlare, prima di tutto di “rispetto degli altri” di “rispetto delle regole” di “onestà morale ed intellettuale” e di quanto sia importante vivere in un paese dove principi di uguaglianza e di libertà siano alla base di tutto.
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